Professione: linguista informatico. Un know how che viene sempre più corteggiato.
I puristi prendono in giro OGNI nuovo mestiere. Forniti d’una doppia competenza, ecco i linguisti informatici vestiti d'un “né-né”: non sono esattamente né linguisti, né informatici. Il loro know how viene communque sempre più corteggiato in un mondo dove il trattamento automatico delle lingue (TAL) offre numerosi possibilità di lavoro. Estrarre un’informazione di una bancha dati, farsi assistere da un automa vocale, sottomettere un testo ad un software di traduzione automatica : tante attività sviluppate da questi profili ibridi.
Dietro al trattamento automatico del linguaggio si trova un’infinità di possibilità d’applicazioni e numerosi prestatori cominciano ad esplorare delle nicchie diverse : analisi del discorso, apprendimento delle lingue, gestione dei dati ecc.
Oggi le ditte impiegano questi nuovi profili usciti di formazioni professionali di post-laurea che gli permettono di acquistare una specialità technica. Alcune formazioni, comme il DESS in ingegneria multilingua all’« Istitut National des langues et des civilisations orientales » (Istituto nazionale delle lingue e civiltà orientali -Inalco), sono orientate verso il trattamento delle banche dati linguistiche, e per poter iscriverci occorre avere compiuto tre anni di studi universitari in informatica. Altre, come il DESS in traduzione assistita da computer, atraggono piutosto i poliglotti.
Il grande interesse per questi nuovi cursus si spiega anche con la loro apertura a dei profili più letterari. « Ci si interessano anche degli amministratori di 40 anni che stanno cambiando di professione, loro hanno anche fortuna perché dispongono già delle competenze mestiere » dice Anna Abeillé, direttrice del dipartimento di linguistica all’Università Paris-VII, senza pero' dimenticare di precisare che il programma di questi cursus è difficile e che bisogna tuffarsi nei sistemi d’esplorazione, negli algoritmi e nei linguaggi di progammazione. Secondo Monique Slodzian, la responsabile pedagogica dei due DESS organizzati all’Inalco, « grazie all’Internet, la traduzione assistita da computer ha un grande futuro, perche l’era della traduzione alla papà, con il dizionnario e la penna alla mano è finita ».
Formatori o imprenditori, tutti sono d'accordo che questo settore ha esploso dal 1999. Si parla di due ragioni. D'una parte c'è l'aumento dei servizi legati all'Internet e dall'altra c’è l'arrivo del capitale di rischio, che oggi permette alle nuove ditte di trovare velocemente dei fonti di finanziamento per il loro sviluppo. «Recentamente abbiamo ricevuto la prima parte del capitale di 13 milioni franchi (francesi) [1,98 milioni euros], una cosa che tre anni fa non si sarebbe potuta immaginare» sottolinea Michel Verel, il CEO della Vecsys, una società della regione dell’Ile de France, specializzata da venti anni nel riconoscimento vocale. I nuovi entranti sono sempre più numerosi. Limitato durante un lungo tempo a qualche società come Lexiquest, Technolohies GID oppure Vecsys, strutture all’inizio spesso addossate a labaratori specalizzati nel trattamento automatico del linguaggio, il mercato vede arrivare delle nuove start-up che profittano dell’effetto Internet. In due anni il numero delle società specializzate nel trattamento automatico del linguaggio è aumentato più di quattro volte per superare il quaranta.
Attenzione pero’ alla concorrenza : un settore stimulato dalla Net significa anche un'internazionalizzazione delle competenze. Le società francesi devono sapere rispondere ai loro omologi che offrono lavoro a una ritribuzione altissima. Cosi’, il gruppo fiammingo Lernoit&Hauspie che viene dalla Flanders Language Valley, un polo che raggruppa numerosi società specializzate nel riconoscimento vocale e nella traduzione automatica, prepara un portale Web che permetterà quasi 120 combinazioni linguistiche.
In fine, per quanto riquarda i server vocali, il mercato francese conosce anche un vero sviluppo di applicazioni professionali. La prossima generazione di terminali interattivi della SNCF (società francese delle ferrovie) saranno, anche loro vocali. No, qua veramente, i maestri del TAL non hanno di che cosa lasciarsi impressionnare dagli puristi.
Robin Carcan
Le Monde del mercoledi’ 29 marzo 2000
Ritratto - Elisabeth Bresson è una linguista ad un percorso atipico
UNA VASTA SALA sotto un tetto di vetro, in un edificio nel centro di Parigi. La moquette spessa assorbe il rumore dei passi, mentre le tastiere crepitano. Qui lavora l’équipe di ricerca e sviluppo dell’Arisem, cioè una trentina di persone. Lo sgaurdo vivace, Elisabeth Bresson è fiera di appartenere a questa start-up conosciuta nelle grandi società per il suo motore di ricerca professionale basato sull’analisi semantica. Impiegata da cinque mesi, Elisabeth Bresson non smette gli elogi sull'ingegneria lingusitica.
A 30 anni lei fà parte, come numerosi candidati a questa professione, di quei linguisti informatici provenienti dal mondo delle lingue. La sua laurea d’inglese ottenuta nel 1996 avrebbe dovuto condurrla all'insegnamento, pero’ alcuni suoi amici le hanno parlato degli studi in linguistica informatica all'unversità Paris-VII.
Amessa in terzo anno, Elisabeth Bresson concluderà la sua formazione con un DESS in industrie della lingua, ottenuto nel 1998. Poi viene il momento difficile di ricerca di lavoro. Anche una filiale di Microsoft si trova sulla sua lista dei potenziali datori di lavoro, pero’ la candidatura di Elisabeth non sarà ritenuta idonea. Alla fine troverà un lavoro dall’Arisem, la ditta della quale aveva sentito parlare durante il suo stage.
Elisabeth parla del suo lavoro con un tale entusiasmo che un principiante potrebbe credere che la progammazione sia un gioco da bambini. Pero’ la realtà è più complessa. « Per poter sviluppare dei software occorre codare i dati per arricchire le diverse basi dati e soprattutto bisogna assicurare una parte importante di progammazione in ogni progetto », precisa Elisabeth Bresson.
Oggi i linguaggi come Perl, Lisp, Pascal ecc. sono il bagaglio necessario, non per diventare una bestia di programmazione ma per conoscerne bene la logica. Essi non hanno più segreti per Elisabeth che intende mettersi ad imparare il linguaggio C++ e lo XML.
Dall'Arisem, lei lavora essenzialmente sull'analisi semantica, orientata sul senso delle parole. Questa tecnica ha provato la sua importanza via la creazione di strumenti come i motori di ricerca. «Con l’analisi semantica si puo' lavorare sul senso e fare dei calcoli per ridurre l'ambuiguità del senso delle parole ricercate»
Al di là dei lavori in corso, Elisabeth è anche contenta di parlare di progetti più sociali, come per esempio l’aiuto alle persone disabili. Lei crede enormemente nello sviluppo del riconoscimento vocale per questa categoria della populazione. Pero’ il mercato ha i suoi clienti e la ragione ottempera. Al presente, lei si prepara a partecipare alla creazione di una filiale dell’Arisem all’estero. Bisogna dire che da cinque persone alla metà del 1998, la start-up è oggi passata a quasi cinquanta. E la centinaia sarà raggiunta verso la fine dell’anno. Con questo ritmo, fra poco dei nuovi linguisti informatici raggiungerebbero Elisabeth. Al suo più grande piacere.
Robin Carcan
Le Monde del mercoledi’ 29 marzo 2000